Curiosità e…chiacchericcio!

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In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

(Gv 21,20-25 Sabato della VII Settimana di Pasqua)

Medita

Ma dimmi una cosa…Tizio che fine ha fatto?“, “Dai, raccontami le ultime novità di quella storia…“, “Gira voce che…Ma secondo me…“, “Sono tutti così…“, “Io faccio sempre le cose giuste…“. Conosciamo bene queste frasi. Sono modi di dire che “condiscono” le nostre giornate, ma che a lungo andare guastano l’insalata. Al chiacchericcio curioso il Signore risponde: “a te che importa?” Che ti importa di sapere i fatti degli altri? Che ti importa di conoscere l’esclusiva? Che ti importa di rimuginare sui disegni che ho per ciascuna persona? Che ti importa soddisfare la tua sete di curiosità? Dove vuoi arrivare? Purtroppo il chiaccericcio comunitario amplifica e deforma anche la realtà: “Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto“. E questo può portare ad alimentare gelosie ed invidie.

Il Signore invece ci richiama alla libertà interiore e alla gratitudine per gli altri. La domanda “a te che importa?” vuole liberarci dagli attaccamenti curiosi e ci invita a concentrarci sul nostro cammino personale. Ognuno di noi è unico e irripetibile. Per questo motivo la relazione con il Signore cambia da persona a persona; anche questa è unica e irripetibile. Ciascuno ha da compiere il proprio itinerario di fede, che è comunitario, ma in primo luogo personale. Il Signore dunque ci invita a fare tesoro dei passi compiuti con lui e non a guardare i passi degli altri come metro di misura dei nostri.

Vivi

La gelosia e l’invidia spesso sono i sintomi di una scarsa libertà interiore, che soffocano la crescita umana e conseguentemente il proprio cammino di fede.

– Chiedi aiuto ad un sacerdote che ti accompagni a superare questi ostacoli per essere una persona più libera.
– Se vuoi, condividi la tua esperienza lasciando un commento che possa aiutare gli altri.

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