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In quel tempo Gesù si mise a parlare loro con parabole: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: «Avranno rispetto per mio figlio!». Ma quei contadini dissero tra loro: «Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!». Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.
(Mc 12, 1-12 Lunedì della IX settimana del Tempo Ordinario – Anno A)
Medita
Chi è questo padrone della vigna? Ma soprattutto, cosa vuole indicare Gesù con la vigna?
La vigna sta ad indicare la nostra vita e il padrone è Dio. Letta così potremmo avere un po’ di fastidio nel vedere Dio come nostro padrone… ma cerchiamo di capire che padrone è.
Nella parabola che racconta Gesù si nota come questo padrone prende l’iniziativa e fa tutto lui: pianta la vigna, la circonda, scava, costruisce. Gran parte del lavoro è fatto da lui. Appena è pronta la dà in gestione, la affida ai vignaioli col compito di curare la vigna, custodirla e farla crescere e fruttificare. Dio ci ha donato la vita e ce l’ha affidata per farla crescere e fruttificare, per renderla splendida. Facciamo attenzione a due verbi importanti che Gesù ha utilizzato: andare e tornare. Dio va per poi tornare. Cioè, ci affida la vigna, ci dà fiducia. Inoltre ritornerà per non lasciarci soli, per poter gioire dei frutti raccolti. Dio non ci lascia soli in questa vita ma ci manda delle persone che ci aiutano, è stato disposto a mandare parte di sé, suo Figlio per la nostra salvezza. Ma può capitare, come nella parabola, che nel corso della nostra esistenza perdiamo il motivo della vita, facciamo un errore di calcolo e pensiamo che noi possiamo diventare i detentori della nostra vita, possiamo pensare che non abbiamo bisogno di un Padre e che, anzi, visto che nella vigna ci fatichiamo noi, abbiamo il diritto di farla nostra. Attenzione, perché questo porterà solo ad una direzione: il fallimento. La vita ci viene donata e come dono la dobbiamo custodire e rendere sempre migliore, nonostante le difficoltà ma alla fine dovremmo godere dei frutti della vita con colui che ce l’ha affidata, Dio.
Vivi
Hai un padre spirituale?
Se ancora non ce l’hai mettiti in ricerca, perché da soli non possiamo salvarci, senza qualcuno che ci indica la strada da seguire rischiamo di perderci.