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In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
(Mt 9,14-17 Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario – anno A)
Medita
Nella domanda posta dai discepoli di Giovanni trapela una sorta di verità: il digiuno era una delle norme che la legge ebraica imponeva, quindi doveva essere rispettato. Sembrerebbe, dunque, che questi siano nella ragione. Allora perché Gesù li rimprovera? Prima di tutto perché i farisei e i discepoli di Giovanni, denunciando i discepoli di Gesù, è come se volessero ostentare ciò che essi fanno; in secondo luogo perché non hanno capito il motivo per cui fanno determinate azioni, seguono semplicemente delle indicazioni senza capirne il peso ed il senso. In parte è quello che succede nelle nostre comunità: non serve pregare, partecipare alla celebrazione eucaristica e compiere tutte le devozioni se poi abbiamo il dente avvelenato contro chi non riesce a vivere la propria vita di fede come da “copione”. Se non si capisce bene il perché fare determinati gesti si può scadere nel compierli senza avere un senso profondo.
Invece Gesù, come al solito, richiama l’attenzione su cosa è bene fare, spiega il perché bisogna agire in un determinato modo e spiega anche il perché i suoi discepoli non rispettano il digiuno: perché hanno incontrato il Signore, perché stanno alla presenza di colui che è la salvezza; non si può digiunare e piangere quando si è in una festa, si deve necessariamente far festa.
Questo deve interpellare anche noi cristiani, noi che abbiamo incontrato e conosciuto Gesù Cristo: molte volte le nostre facce e i nostri comportamenti rivelano tutto fuorché la gioia di essere cristiani, andiamo in giro sempre arrabbiati, affannati, con atteggiamenti disfattisti e negativi, ecco perché facciamo difficoltà a trasmettere il messaggio cristiano. Gesù oggi ci ricorda, invece, che proprio perché abbiamo incontrato e conosciuto lui, non possiamo che gioire e trasmettere gioia e luce anche nei momenti e nelle situazioni più difficili e complicate. Solo così potremo fare la differenza e far riflettere anche gli altri, solo così potremo mettere vino nuovo in otri nuovi, cioè vivere la novità di Cristo con un atteggiamento diverso rispetto a quello del mondo.
Vivi
Metti vino nuovo in un otre nuovo…
dopo aver meditato su questo brano del Vangelo, cerca di trasmettere, con la tua stessa vita, con i tuoi atteggiamenti, la novità e la gioia di appartenere al Signore della vita.