Rallegratevi, voi beati!

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In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

(Lc 6,20-26 Mercoledì della XXIII settimana del Tempo Ordinario – Anno pari)

Medita

Chissà cosa avranno capito i discepoli di Gesù sentendolo parlare di beatitudini e di guai. A loro si rivolge chiamandoli beati, felici. Agli altri invece comincia ad elencare una serie di guai. Che significa questa parola? Ogni uomo non ha forse diritto di stare bene economicamente? Non ha diritto di mangiare? Non gli spetta di trascorrere giornate nel sorriso? Di ricevere la stima degli uomini? Perché Gesù esalta la povertà, il pianto, la fame, l’odio degli uomini? Che senso ha tutto questo?

La questione fondamentale è una soltanto. E la si può capire soltanto rispondendo a questa domanda: in riferimento a chi si è beati o si passano i guai? Il riferimento è Cristo. I beati sono tali perché si trovano in una condizione di mancanza. E chi si sente bisognoso può fare del suo bisogno un trampolino di lancio verso Cristo. La ferita può diventare feritoia di grazia. Chi invece è già sazio e non ha bisogno di nulla è a rischio perché non sente neanche il bisogno della salvezza di Cristo. A causa del Figlio dell’uomo. È proprio questa la ragione della beatitudine. La nostra gioia è in Cristo Gesù, e chi l’ha incontrata non può che ritenere tutto il resto in secondo piano.

Vivi

Fai un esame di coscienza alla luce di questo Vangelo:

Cosa ha fatto Cristo per me, per rendermi beato? Cosa faccio io in risposta a questo amore incondizionato? Chiedo perdono al Signore delle mie indifferenze e mi impegno ad essere più docile alla sua Parola.
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