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In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
(Lc 10,1-12 – S. Teresa di Gesù Bambino, Vergine e Dottore della Chiesa – Memoria)
Medita
L’evangelizzazione non è proselitismo. Non è una crociata. Non è propaganda. È una missione di pace. Certamente non intesa alla maniera del mondo, come fosse un armistizio o un concordato diplomatico. Questa missione di pace non ha lo scopo di giungere all’assenza di conflitti, ma di annunciare la presenza di Cristo, vera pace dell’uomo.
Evangelizzare significa portare la presenza viva di Gesù Cristo in mezzo alle tenebre del mondo. Quali sono queste tenebre? Sono quelle che schiacciano la dignità umana e la offuscano, la deformano, la pervertono, la annientano. Cristo ha il potere di rinnovare ogni uomo, ogni famiglia, ogni condominio, ogni quartiere, ogni città, tutto. Questo potere però si ferma dinanzi alla nostra libertà di sceglierlo o di rifiutarlo. Sceglierlo significa riconoscere Gesù come proprio Signore, come l’orientamento fondamentale di tutta la mia vita (a prescindere dal proprio stato di vita). Il frutto è la pace e la libertà interiore. Rifiutarlo significa invece tenersi il proprio dio (denaro, egoismo, successo, visibilità?) che prima o poi ti risucchia la vita, ti compromette e ti rende schiavo.
La Chiesa dunque esiste per annunciare una persona viva, Cristo Gesù, vero Dio e vero uomo, morto in croce liberamente e per amore, e risorto, per testimoniare a tutti che la morte non ha l’ultima parola. Questa parola è quella che dà la vita, la pace, il senso più bello e profondo alle nostre esistenze.
Vivi
Evangelizzare è trasmettere la pace di Cristo.
Su quanti incontrerai oggi, invoca nel tuo cuore la pace di Cristo. Con libertà parla a tutti dell’amore di Dio.