Il tempo dell’Avvento. Cos’è e come viverlo

Cos’è l’Avvento?

L’Avvento è un periodo affascinante, uno dei tempi più importanti per i cristiani. Con la prima domenica di avvento ha inizio l’anno liturgico. Esso costituisce per i credenti una traccia per comprendere meglio la propria vita nella prospettiva della fede alla luce della Parola di Dio. Il tono caratteristico e specifico dell’avvento è senz’altro quello dell’attesa. Siamo chiamati a fermarci su questa parola ormai bistrattata dai vocabolari delle nostre quotidiane azioni. Spesso infatti le nostre esperienze quotidiane sono opposte al saper attendere: Non amiamo attendere nelle file. Non amiamo attendere il treno o il bus. Non amiamo attendere prima di giudicare. Non amiamo attendere perché non abbiamo tempo e viviamo solo nell’istante. L’ Avvento allora è invece un tempo che fa dell’attesa lo spazio della conversione, il «faccia a faccia» con ciò che è nascosto per scoprire che siamo esseri in attesa, siamo “fatti di avvento”, noi che rischiamo di “abituarci allo stupore”. Potremmo dire che il tema di fondo che viene sapientemente orchestrato nella liturgia del tempo di avvento è guardare a Colui che era atteso ed è venuto nella storia, ma senza correre il rischio di fermarci a ciò che cronologicamente sta dietro le nostre spalle, come se noi potessimo trovare Dio solamente in un facile e malinconico sguardo del passato.

Tempo di desiderio, ricerca, speranza

La parola «avvento» non significa solamente «venuta», ma anche «avvenimento». Questo tempo diventa così un invito a vivere la nostra fede nella prospettiva di chi sa che Cristo continua ad operare nella vita di ogni credente che abita questo mondo, in ogni istante, in ogni circostanza, anche quella più buia e contraddittoria. Egli mi sta venendo incontro, proprio qui, proprio ora. Allora la nostra attesa deve essere una attesa vigilante, capace di scorgere i segni della presenza di Dio nella vita degli uomini. La speranza colora questo tempo liturgico. Lo sappiamo, è faticoso credere ed avere fiducia negli altri, nella vita, nel futuro, soprattuto in un tempo come questo, dove l’altro, è spesso dipinto come un intruso o un untore. Queste paure caratterizzano l’uomo e la donna dei nostri giorni e questo non può non segnare anche la fede del credente contemporaneo. Ma in ciascuno di noi è presente una forma di attesa, un avvento, che potremmo definire quel desiderio che abita il cuore di ogni uomo e lo agita cercando di manifestare sempre attraverso una sorta di inquietudine la tensione di un incontro con chi è capace di risolvere ogni enigma umano. Chi non ha “attesa” non ha voglia neppure di vivere. Solo per chi attende arriva qualcosa. E se oggi è molto difficile parlare di speranza, l’anno liturgico ci provoca, perché la mancanza di speranza rende l’uomo morto, irrimediabilmente assente. L’avvento è quindi un invito a saper cercare tra le cose di ogni giorno la presenza di Dio, per una fedele e gioiosa ripresa spirituale, «nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo». Dio è discreto, quasi timido, non impone la sua presenza; come la brezza della sera è la sua venuta. A noi è chiesto di spalancare il cuore, di aprire gli occhi. L’Avvento ci viene donato per alzare lo sguardo, perché sappiamo guardare anche oltre le lancette dei nostri ritmi, con la speranza nel ritorno nel Maestro di Nazareth. Si! Avvento è anche sperare nel suo ritorno, vivere con gli occhi verso il cielo. Quasi a dire che tutto è provvisorio, tutto è funzionale alla crescita della nostra dimensione interiore.

Come vivere dunque il tempo dell’avvento?

La spiritualità dell’avvento implica l’educazione alla dimensione profonda della persona, alla presenza dentro di noi di una realtà definitiva ed eterna: è Dio in noi, Dio che viene nella nostra vita, nella vita delle nostre comunità che cantano nella liturgia: “Maranatha’Vieni Signore Gesù, Vieni in me”. L’Avvento ci richiama a vivere, non “l’inerte attendere” che qualcosa succeda, ma è piuttosto un amoroso darsi da fare, giorno dopo giorno, in attesa che l’Amato, che già una volta è venuto, finalmente giunga per sempre, nella sua gloria. 
Il Signore viene anche nella Parola. Facciamo il proposito, in questo Avvento, di fare attenzione al percorso che la Chiesa nelle quattro domeniche di avvento ci farà fare, mettendoci in misterioso e reale contatto con quei personaggi che hanno preparato la venuta del Signore, personaggi che incarnano alcuni fondamentali atteggiamenti per la vita di ogni cristiano. Sei pronto a celebrare con gioia questa opportunità? 

Buon Avvento!

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