La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!

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In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

(Mt 9, 35 – 10, 1.6-8 – Sabato della I settimana d’Avvento – Anno B)

Medita

Gesù è in cammino, vive la sua vita perennemente in cammino, attraversando città e villaggi al solo scopo di annunziare e testimoniare il Vangelo, operando molte guarigioni fisiche e spirituali. Tuttavia, il suo non è un cammino del tutto spedito, senza alcuna interruzione, come il cammino di chi vuole fare presto a raggiungere una meta.
È piuttosto un percorso intenso, fatto di passi, di insegnamenti, di guarigioni, fatto di sguardi. Ciò che ci colpisce, infatti, è che Gesù non si lascia distrarre dalla molteplicità delle azioni da compiere, ma rimane sempre un attento osservatore ed è proprio a partire dal suo sguardo attento che sorge la “compassione” per gli uomini afflitti da ogni sorta di prova.
In questo caso Gesù prova compassione, patisce con l’uomo, poiché considera le folle così stanche e senza meta al punto da paragonarle alle pecore senza pastore. «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!».

Il progetto salvifico di Dio è vasto e immenso, ma per far sì che questo si realizzi pienamente Dio ha bisogno di uomini e donne come noi che siano disposti a donarsi, ad offrire il loro carisma ed il loro servizio per l’edificazione del Regno.
Ognuno di noi, nel piccolo della propria esistenza, è responsabile della salvezza del mondo e dei fratelli. Cristo stesso, infatti, chiamò a sé i discepoli inviandoli proprio verso quelle pecore perdute e bisognose di aiuto, donando ciò che a loro volta hanno ricevuto.
A cosa ci chiama, dunque, concretamente il Signore? Ad avere compassione, ad aprire il nostro cuore all’altro, alle pecore senza pastore bisognose di incontrare il volto del Padre tramite il nostro apporto. Ci chiama a non perdere lo sguardo attento alla realtà che ci circonda affinché possa sorgere un autentico sentimento di compassione che ci spinga a donarci a Dio e agli altri.

Vivi

Sii strumento nelle sue mani.

Gesù ha bisogno di “te” per realizzare il suo progetto salvifico e non ti chiede cose fuori dal normale. Ha bisogno delle tue potenzialità e delle tue capacità per raggiungere gli altri.

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