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In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
(Gv 1,1-5.9-14 – Natale del Signore – Messa del giorno – Solennità)
Ci sono per te
Con la Sua venuta Gesù ci dona la Sua Presenza, la Sua vicinanza, la Sua prossimità, sia perché cammina tra gli uomini ed anche perché si rivela Dio con noi, Dio in mezzo a noi, Dio come noi.
Con l’Incarnazione Dio si rivela per ciò che è veramente: relazione – comunione – presenza.
Già con Mosè, Dio aveva rivelato il Suo nome: “Io sono colui che sono” (Es 3, 13-14a) che in altre versioni è tradotto anche come “Io sono colui che è”, che c’è, ovvero “ci sono”. Il nome di Dio dice presenza, il Suo Esserci. Ci sono! Sono qui!
Se con Mosè Dio dice che il Suo nome è “ci sono”, con la venuta di Gesù porta un valore in più: ci sono per te! Il nome di Gesù, infatti, in ebraico Jeshua, vuol dire “Dio salva”. Gesù è il Salvatore! Non è venuto solo e soltanto per rendersi visibile, non esiste per sé stesso, ma è venuto per donarsi: la Sua identità coincide con la Sua missione. Lui è “per”.
Il Suo essere è un essere che si dona: si dona facendosi Uomo; si spende per portare ovunque il regno del Padre; si dona non soltanto agli israeliti ma anche ai pagani, agli stranieri; trascorre tempo con i peccatori per indicar loro la Via verso il Padre; si dona agli Apostoli facendosi per loro Maestro e Servo (emblematico il gesto della lavanda dei piedi); si dona al Padre e al mondo consegnandosi per morire in croce; si dona a noi, oggi, facendosi Pane, Parola, Meta da seguire. Gesù si dona. È per noi! Questo è il Natale!
«Sono per voi, vicino alle vostre situazioni; esisto per questo.
Lasciati amare
Lasciarsi amare, la “cosa” più difficile al mondo. Perché? Perché vuol dire fare entrare un altro nella propria vita, permettere che un altro condivida il proprio spazio vitale. Tutto questo “rompe” l’ordinarietà, porta “scompiglio” alle proprie abitudini, al proprio mondo perfetto, in cui tutto, magari, è in ordine.
Lasciarsi amare: permettere che qualcuno ci guardi e ci dica: “Hai un sorriso bellissimo!” e magari non ce ne siamo mai accorti. Lasciarsi amare: accettare la verità che non bastiamo a noi stessi; che la nostra vita, se non è condivisa, è spenta, vuota, monotona; capire che siamo fatti per vivere con gli altri/Altro. Già, siamo fatti anche per vivere con Dio.
Quando ci sentiamo amati siamo felici, quando ci sentiamo amati nella sofferenza lo siamo ancora di più, perché sappiamo di non essere soli: c’è qualcun altro a cui interessa la nostra storia; e sappiamo di essere amati non soltanto per ciò che abbiamo di bello o per ciò che sappiamo fare, ma soprattutto quando siamo accolti nelle nostre fragilità, nelle nostre parti più sensibili, quelle dietro cui, magari, ci sono delle ferite, dei limiti. Dio ci ama così! Proprio lì! E le nostre fragilità sono lo spazio del Suo amore.
Anche oggi, in questo Natale, Gesù ci ripete: «Sono qui per te, perché tu non dica “non so chi sono”, “non so da dove vengo e dove vado”; perché non ti senta solo; perché tu sei, insieme a me e come me, figlio di Dio; perché tu possa fiorire, ed essere pienamente ciò che sei; perché tu possa sentirti libero; perché tu possa risollevarti, rinascere e compierti e perché ho bisogno di te, così come sei! Sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima ed io ti amo” (Is 43, 5)».
Dio, che è entrato nella storia, vuole entrare nella nostra storia. Lasciamoci amare… Buon Natale!
“L’importante nella vita non è fare qualcosa, ma nascere e lasciarsi amare”
Chiara Corbella Petrillo