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In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
(Mc 3,20-21 – Sabato della II Settimana del Tempo Ordinario – Anno dispari)
Medita
La novità fa sempre paura. Sfugge alla comprensione immediata. E si fa fatica ad integrarla, specialmente quando ci si è abituati al “vecchio”. Lo vediamo sui social, ad esempio nei “complottisti” che guardano con grande sospetto ogni novità presente nel palcoscenico mondiale e cercano di trovare spiegazioni alternative. Ma questo vale anche nei nostri ambienti di Chiesa. Le novità spaventano. Possono minacciare le comode sicurezze. È una dinamica fondamentalmente umana.
Infatti nel Vangelo di oggi i parenti di Gesù, che lo conoscevano da trent’anni, sono disorientati dallo stile nuovo che egli ha intrapreso. Il suo ministero attira tantissima gente. Dicevano infatti: «È fuori di sé». In altre parole è diventato pazzo! Beh non hanno tutti i torti… Gesù non vive per sè stesso, ma è realmente fuori da sé stesso. La sua vita è dono per tutti, è pane buono che tutti vogliono mangiare. Tutto il suo ministero sarà una dedizione, una consegna di sè. Questa verità sarà chiara sulla croce, significata dalle parole dell’ultima cena: «Questo è il mio corpo, che è per voi», «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Vivi
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Chiediti: perchè dico questo? Giudico per paura o ripeto quello che mi dicono gli altri? Chiedi allo Spirito Santo che ti dia luce affinchè ti apra gli occhi nel riconoscere la sua novità.