Il termometro dell’amore

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

(Lc 9,22-25 – Giovedì dopo le ceneri)

Medita

Ancora abbiamo le ceneri sulla testa e il Vangelo di oggi ci schiaffa una parola molto dura. Di che si tratta? Gesù sta parlando dell’amore. Parola tanto abusata e confusa con il sentimento e l’innamoramento. Il Vangelo non è sentimentalismo, ma è una novità radicale che esige una risposta radicale. Come l’amore. Chi sarebbe soddisfatto di un amore parziale? Penso nessuno. Può forse appagarci un amore infedele, razionato, rateizzato, fumoso, confuso, passeggero? No. L’amore è totale… sempre. Siamo in grado di viverlo? No, mettiamoci il cuore in pace. Che si fa, dunque? Viviamo nella contraddizione di esigere un amore totale che però non siamo capaci di donare. Solo la rivelazione stessa dell’amore ci può salvare. Solo un amore incarnato, capace di assumere e vincere in sé ogni rifiuto e annientamento, può colmare l’esigenza di sentirci amati e di corrispondere, anche se non nella stessa misura.

Ora si capisce meglio la parola dura di Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà“. In sostanza Gesù sta dicendo chi è l’amore. È proprio lui stesso. L’amore è espropriazione di sé in favore dell’altro. In altre parole, è dare la vita. Seguire Cristo comporta vivere in questo modo. Solo perdendo la vita per amore, si vive. Se non ami e non doni vita, già sei morto. Qualcuno potrebbe replicare: “Ma amare qualcuno fa soffrire! Specialmente chi non se lo merita!”. Noi forse meritavamo l’amore di Dio? No. La sofferenza è il termometro dell’amore. La sofferenza, vissuta in Cristo, ti dice che stai amando sul serio.

Vivi

La Quaresima inizia proprio bene. Ti dice sin da subito il livello a cui puntare! Prendi consapevolezza di tutto ciò.

Ricordati che non sei solo. Un vero cammino di crescita si realizza nella Chiesa, nella comunità, che è il banco di prova della propria fede.
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