Leggi
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchè siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
(Mt 4, 43-48 – Sabato della I settimana di Quaresima )
Medita
Gesù comanda qualcosa di nuovo ai suoi discepoli (e cioè a noi). Non basta amare soltanto il prossimo, chi si conosce, chi si sceglie di amare; per seguire Gesù, per essere cristiani, veri figli di Dio, si deve anche amare i propri nemici e questo non vuol dire accondiscendere alla violenza, non vuol dire non cercare la giustizia e subire il male con omertà e paura; il cristiano, invece è l’uomo libero, amato e perdonato, capace di vivere nella verità, nella giustizia e nell’amore e proprio per questo è forte, capace di amare e di vincere il male; il cristiano è figlio amato…è lì il segreto, lì la forza, la grazia: sono Suo figlio!..sono Sua Figlia! E sentendoci amare, amiamo..
Il cristiano, invece di rispondere alla violenza e all’odio con la vendetta, è tenuto a imitare la bontà del Padre celeste, che elargisce i Suoi doni anche ai figli ingrati. In Dio, cioè, la bontà regna per tutti. La condotta di vita di Gesù e soprattutto la sua morte in croce sono il modello per ogni discepolo, che vuole mettersi al Suo seguito, divenire figlio di Dio, partecipe del Suo Amore. “A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: insultato non rispondeva con insulti, maltrattato non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato vivessimo per la giustizia: dalle sue piaghe siete stai guariti” (1Pt 2, 21- 25) .
L’amore del credente deve distinguersi, da quello dei peccatori e da quello dell’ordinarietà: deve emergere il disinteresse e la gratuità; deve emergere il senso di una fratellanza universale perché è chiamato da Gesù ad un invito grande: “Sii perfetto! Vai verso la santità…segui la mia Via”. Sii straordinario!
Vivi
Ti senti amato da Dio? Ti sei mai fermato a riflettere profondamente che sei Suo figlio? Che sei questo per Lui e non uno tra i tanti?
Questo amore dà il coraggio di amare e affida a Lui la tua ingiustizia subita, la tua sofferenza.