La sessualità come dono

«La sessualità è una ricchezza di tutta la persona – corpo, sentimento e anima – e manifesta il suo intimo significato nel portare la persona al dono di sé nell’amore»

Familiaris consortio, 37.

Cosa si intende per sessualità?

Spesso, erroneamente, quando parliamo di sessualità pensiamo unicamente all’aspetto fisico dell’atto (alla genitalità), distaccandolo dalle restanti parti che costituiscono ogni uomo ed ogni donna.

Difatti, l’uomo è la creatura più preziosa di Dio che si distingue dalle altre creature e in particolare dagli animali, perché non possiede soltanto corpo e istinti, bensì è dotato di corporeità, istinto, razionalità, sentimenti, anima, coscienza.

Come gli animali, anche gli uomini posseggono vari istinti naturali che possono essere di natura vitale (l’istinto della conservazione mediante il nutrimento) o anche sessuale (istinto della riproduzione). Se dietro questi due istinti centrali non ci fosse un piacere, un godimento umano, l’uomo non penserebbe neppure a compiere queste azioni, poiché considerate indifferenti.

Possiede, dunque, questi istinti ma non si ferma ad essi: ogni uomo poi, mediante la sua ragione va oltre questo, interrogandosi sulla bontà o meno dei suoi istinti, se la loro realizzazione costituisce un fine buono o meno.

La sessualità non è soltanto l’atto sessuale che si consuma tra due persone, ma è qualcosa che tocca l’uomo e la donna nella loro interezza e totalità. È un linguaggio corporeo che esprime l’amore che lega due persone, linguaggio che può esprimersi mediante diverse forme umane: baci, abbracci, carezze, etc …

Come utilizziamo le parole per esprimere i nostri pensieri e sentimenti, così questi gesti umani – che culminano con la pienezza dell’atto sessuale – esprimono il linguaggio corporeo e totale dell’amore umano.

cheerful man giving piggyback ride to smiling girlfriend in park in autumn

Come vivere la sessualità oggi?

Oggi, purtroppo, se diamo uno sguardo alla società attuale ci accorgiamo di come il vero senso della sessualità sia stato frainteso, soprattutto dai più giovani. La pienezza della sessualità, come sincero atto d’amore integrale, è stata sostituita dal “sesso” e dalla cultura del “tutto e subito”.

Al giorno d’oggi è sempre più difficile “attendere”, anzi tra i giovani diviene sempre più frequente il desiderio o perfino il bisogno di avere delle esperienze su questo campo, perché in caso contrario si verrebbe qualificati come sfigati (soprattutto in ambito maschile, ma ormai questo modo di pensare è molto diffuso anche tra le ragazze).

Questo si verifica quando il piacere legato all’istinto della sessualità e della riproduzione diviene un fine assoluto, da assolvere – in ogni modo – nel momento in cui si presenta. Il fine “buono” giustifica i mezzi “sbagliati” (pornografia, violenze, …). La ricerca del piacere personale giustifica che si usino tutti i mezzi possibili per raggiungerlo, come nel caso della pornografia che deturpa la meravigliosa immagine della sessualità, la quale non viene più vissuta come relazionalità con l’altro, bensì in maniera individualistica dinanzi ad uno schermo o ad un giornale, all’unico scopo di realizzare un personale piacere (edonismo).

«Cercando di mettere in scena gli aspetti più nascosti e rimossi della vita umana, la pornografia svuota di contenuto il mistero della sessualità: volendo rappresentare i fantasmi maschili e femminili, li riduce a semplici prodotti di consumo; sbattendo il corpo in primo piano impedisce al desiderio di emergere»

M. Marzano, La fine del desiderio. Riflessioni sulla pornografia, 2012.

La rivoluzione sessuale verificatasi col passare degli anni non ha fatto altro che produrre un cambiamento radicale del modo di pensare la sessualità, che prima veniva intesa come un traguardo tanto atteso e desiderato dalla coppia, oggi invece come il moltiplicarsi e il diversificare le esperienze sessuali. La verginità viene interpretata come qualcosa di obsoleto e perfino ridicolo: qualcosa d’altri tempi. Mentre – secondo l’uomo – la morale del passato era fortemente proibitiva, oggi si verifica l’inverso, come se questa “morale moderna”, derivante dalla rivoluzione sessuale, dicesse a sé stessa e agli uomini che tutto è lecito per il proprio benessere, anzi è vietato vietare.

La cultura pornografica, tuttavia, offusca lo sguardo, poiché ci impedisce di vedere l’altro nella sua interezza – in quella bellezza singolare che è data dal suo essere un tutt’uno armonioso di corpo, anima, intelletto, volontà, sentimenti, desideri, etc – facendoci, piuttosto, percepire l’altro come esclusivamente dato dal suo corpo. Iniziamo ad osservare l’altro bramandolo come oggetto di desiderio, utilizzandolo come scopo per giungere ad un desiderio personale.

La sessualità distorta, dunque, non ha che un unico obiettivo: servirsi del corpo altrui per il soddisfacimento degli istinti sessuali personali.

Essa è sì qualcosa di meraviglioso che racchiude in sé anche il piacere, ma non in maniera esclusiva né tantomeno individualistica come vedremo.

photo of man holding woman s hand

La complementarietà uomo-donna

Il linguaggio della sessualità chiama in causa la ricca differenza complementare che c’è tra il maschile ed il femminile. Comprendere la propria identità sessuale ci aiuta a capire sempre di più chi siamo ed a scoprire che abbiamo necessariamente bisogno dell’altro.

Nel momento in cui il singolo inizia ad approfondire la sua sessualità si rende conto che ha bisogno di un “tu” che lo interpella e che completa ciò che manca al suo essere uomo o donna. È innegabile che, al di là dell’influenza culturale e sociale, ci siano delle diversità evidenti tra il maschile ed il femminile che non si fermano solamente alla dimensione fisica. Ci sono dei tratti innati che costituiscono l’identità naturale della persona.

Se infatti cerchiamo di analizzare, per sommi capi, le caratteristiche specifiche dei due sessi, emerge che mentre l’uomo ha delle doti prevalentemente pratiche, costruisce e progetta, la donna ha un’intelligenza più creativa riuscendo a tirare fuori una certa atmosfera. Se nell’uomo prevale di più la forza fisica, la sua aggressività ed il suo temperamento protettivo, nella donna prevale una dimensione più spirituale che emana dolcezza, tenerezza, fortezza caratteriale ed affettività.

Anche nel campo educativo, mentre l’uomo trasmette il senso del dominare le situazioni, nella gestione pratica delle cose, la donna è capace di suscitare il senso di fedeltà, della perseveranza e della delicatezza.

Sarebbero ancora molte le differenze tra i due sessi ma, come possiamo notare da ciò che abbiamo esposto le differenze che troviamo non denotano l’esaltazione di un sesso a discapito dell’altro ma sono una ricchezza infinita che riesce a colmare i vuoti tra i due sessi.

Per molti secoli queste differenze hanno causato una disparità che non può essere più portata avanti. Da sempre ed in ogni cultura, la donna ha avuto un posto nella società inferiore rispetto a quello dell’uomo. Questa sopraffazione dell’uomo non può essere portata ancora avanti, tant’è che anche la Bibbia denuncia questa realtà. Nel libro della Genesi, infatti, si dice che Dio ha creato l’uomo e la donna alla stessa stregua. Ma è Gesù che sconfessa definitivamente questo atteggiamento quando, in Mc 10, 11-12, proclamerà che il peccato di adulterio e quello di ripudio hanno la stessa valenza sia per l’uomo che per la donna.

La ricca differenza complementare tra i due sessi e la difesa della pari dignità, dunque, sono valori da porre all’attenzione della società e del mondo, senza cadere, però, nell’errore dell’egualitarismo, che rischia di appiattire ed impoverire tale ricchezza.

multiethnic couple with notebooks communicating on grassy lawn while studying together

Il valore dell’affettività

Dopo tutto quanto finora detto, notiamo come la sessualità rimane sempre qualcosa di estremamente attraente per ogni uomo che possiede l’istinto naturale, ma che desidera realizzarlo ancor di più se ha accanto una persona che ama.

Allora, perché dinanzi ad una coppia di fidanzati che si amano sinceramente, la Chiesa suggerisce la verginità prima del matrimonio?

Non tanto per una questione meramente deontologica, o per privarli di qualcosa di speciale, o perfino per ledere la spontaneità dei due, quanto piuttosto per una felicità piena che si raggiunge mediante l’attesa.

L’attesa, difatti, consente a ciascuno di tutelare la preziosità del proprio corpo, divenendo perfino capace di padroneggiare al di sopra degli istinti e delle passioni. Essa consente anche ad ogni uomo e donna che ama l’altro di comprendere se in tale relazione vige l’amore vero (da entrambe le parti), che è capace di attendere nonostante il desiderio, oppure se si tratta semplicemente di attrazione che viene meno e perde ogni fascino con la procrastinazione dell’evento.

In ambito più specificatamente umano, la verginità intesa a livello cristiano, si può legare al cosiddetto pudore: la riservatezza in merito alla sfera sessuale, che può denotare anche un senso di vergogna. Un aspetto molto significativo, che purtroppo si è un po’ perso al giorno d’oggi. Si può intendere come la riservatezza nel mettersi a nudo con l’altro, sia fisicamente che soprattutto interiormente, che fino a qualche anno fa era qualcosa di così prezioso e privato che veniva riservato in maniera esclusiva al proprio coniuge.

Il pudore è ciò che consente all’uomo di dominare i propri impulsi istantanei ed effimeri, e mettersi invece a ricercare e costruire passo dopo passo l’amore vero.

a couple in white dress standing in view of the mountain

Valorizzare la sessualità come dono

L’attesa nel fidanzamento permette alla coppia di conoscere l’altro per quello che è nella sua interezza – slegando questo aspetto dalla sfera sessuale, che a volte offusca la realtà della persona in sé stessa – permette di comprendere se l’altro che si ha dinanzi è la persona giusta, la persona che Dio ha messo nella nostra vita per divenire con lui/lei un tutt’uno: una sola carne.

Ecco la bellezza dell’attesa! La sessualità è un dono reciproco dei due. Il tempo dell’attesa e del desiderio sono seguiti dal tempo del dono, non un dono qualsiasi, bensì un dono esclusivo. La sessualità, l’intimità, è la cosa più bella che possa esserci e che possa legare un uomo e una donna poiché mediante quell’atto d’amore – che coinvolge i due nella totalità dei loro esseri: non soltanto due corpi, bensì corpo, anima, mente, affettività – è come se insieme si fondessero diventando “uno”.

È un dono così prezioso e meraviglioso al punto che sarebbe davvero un peccato viverlo e “sprecarlo” nell’età dell’adolescenza nell’inconsapevolezza di ciò che si sta facendo e di ciò che si sta donando all’altro. Proprio perché rientra nella sfera del dono non può tornare indietro, ma avremo pur sempre donato la “parte migliore” ad una persona che magari oggi è molto lontana da noi rispetto ad un tempo passato.

Amare e donarsi non coincidono con l’egoismo del piacere personale, al contrario amare è donarsi pienamente, il che significa uscire fuori di sé, dal proprio io, raggiungendo l’altro e donando tutto sé stesso.

La sfera sessuale non è detestata e disprezzata dalla Chiesa, piuttosto – con i suoi insegnamenti – avrebbe il buon proposito di mostrare la bellezza di essa ed educare gli uomini e le donne ad un buon uso della propria intimità e dignità. Se ci riflettiamo, Dio stesso dopo aver creato l’uomo decise di creare la donna e metterla al suo fianco, poiché si rese conto della sua solitudine: «non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Gen 2,18).

Dio ama gli uomini ed ha a cuore la loro felicità, al punto che non potrebbe mai privarli di qualcosa di così meraviglioso, ma desidera per i due l’esclusività e la pienezza del dono di sé che diviene capace di dominio e dell’attesa della propria persona, quella che Dio mette a fianco e dinanzi per annullare la solitudine umana nella maniera più piena che possa esistere.

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