Celebrazione in casa e in famiglia: limiti e opportunità

La famiglia, “piccola” chiesa

La liturgia è il modo in cui celebriamo il mistero di Cristo attraverso parole e gesti che realizzano una forte relazione con Dio e tra di noi. Il rito liturgico con la sua esperienza simbolica ha la caratteristica di essere rispettoso del mistero di Dio, e di offrire uno spazio libero per l’incontro.

Come nella “grande” chiesa, anche nella famiglia, “piccola” chiesa, vi è una liturgia che ne caratterizza il tempo e le azioni. Lo ricorda bene il Papa: «Nella famiglia, che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, matura la prima esperienza ecclesiale della comunione tra persone, in cui si riflette, per grazia, il mistero della Santa Trinità. È qui che si apprende la fatica e la gioia del lavoro, l’amore fraterno, il perdono generoso, sempre rinnovato, e soprattutto il culto divino attraverso la preghiera e l’offerta della propria vita» (Amoris Laetitia n.86).

Purtroppo una notevole attenzione a questa dimensione familiare è nata in seguito alla pandemia, che proprio per il suo carattere di novità e di criticità, ha prodotto riflessioni e azioni in merito. Certamente il raduno domenicale in assemblea resta il segno distintivo dei cristiani e nulla sostituisce questa tipica epifania di Chiesa, tuttavia le famiglia cristiane, in virtù del sacerdozio battesimale e del matrimonio, possono vivere una autentica celebrazione liturgica dentro le mura di casa.

Dono e impegno

Il battesimo è l’atto di Cristo che unisce a sé come Suo corpo ogni battezzato, lo unisce a sé in un atto nuziale profondo. Il battezzato, riceve il dono e l’impegno di vivere con Cristo un rapporto d’amore nuovo: ogni figlio di Dio appartiene a Dio, è corpo di Cristo, è parte Sua, non è qualcosa di staccato, di lontano. É l’Eucaristia che ci spinge a cercare il Signore fuori dall’assemblea domenicale e devono essere le celebrazioni liturgiche domestiche ad indirizzarci verso l’Eucaristia.

Le famiglie cristiane devono sviluppare la capacità di “gestire” una propria pratica liturgica, fatta di sacra Scrittura e di preghiera (in particolare la Liturgia delle ore). La via per un laicato che si senta veramente attivo non è data solo da una autentica partecipazione in assemblea, ma anche dal saper esercitare una sacerdotalità nel quotidiano. Saper essere mediatori del sacro anche nelle dinamiche più ordinarie. Saper “vedere” un momento per celebrare la Parola di Dio nelle relazioni domestiche.

Certamente molti di noi siamo stati abituati a pregare spontaneamente più che liturgicamente. Mentre, la preghiera spontanea non ha delle regole e nascendo dal cuore prende forme variegate e multiformi, la liturgia invece è una forma definita, non arbitraria, porta in sé la forza dell’azione comunitaria, dell’appartenenza ecclesiale, anche se praticata individualmente.

Come celebrare a casa?

Intanto è opportuno che l’ambiente possa aiutare la celebrazione. Una immagine del Crocifisso o della Vergine Maria sia collocata dove la famiglia si radunerà in assemblea domestica, si potrà accendere una candela o una lampada davanti alla Bibbia. Sarà poi necessario creare un clima di preghiera. Per far questo è doveroso generare il silenzio, permettendoci cosi di passare dal caos alla compostezza interiore per aprirci al mistero di Dio. Il silenzio infatti conduce all’ascolto e l’ascolto vive del silenzio.

Noi celebriamo con il nostro corpo, e il nostro corpo deve poter esprimere una vera esperienza di preghiera. Se cantiamo staremo in piedi, se ascoltiamo un membro della famiglia che proclama una lettura biblica staremo seduti, se preghiamo il padrenostro allargheremo le braccia, etc etc. Tutto deve poter esprimere un’esperienza di fede e non una recitazione.

Un altro punto fondamentale è darsi tempo. Non avere premura, non cadere nella banalità di “vomitare” le parole. Impariamo a stare come famiglia alla presenza di questo aroma di santità, guardandoci negli occhi, tenendoci per mano, scambiandoci la pace.

Non le nostre parole al centro, ma la Parola di Dio! Proclamiamo la lettura biblica che la Chiesa ci propone come liturgia della Parola, lasciandoci interpellare dalla potenza di Dio. Cosi come nelle cose comuni di casa ognuno ha il suo compito, anche nella liturgia a casa si possono distribuire dei piccoli servizi. Ci sarà chi guida la preghiera (magari papà o mamma), ci sarà un lettore, qualcuno può intonare un canto, qualcun altro potrà preparare il luogo.

Alla fine della celebrazione sarebbe bello che i genitori benedissero i propri figli oppure che i figli benedissero i loro genitori anziani o ammalati. Ma la regola liturgica per eccellenza da non dimenticare mai è che nella strutturazione di una forma, bisogna sempre sapersi alla presenza del Signore risorto e vivo! Sentirsi Chiesa che insieme a tante altri piccoli santuari domestici fanno salire al Signore l’unica voce di lode, di supplica, di ringraziamento.

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