Partecipi della Bellezza

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In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

(Gv 10,11-18 – IV Domenica  di Pasqua)

Medita

Gesù usa l’immagine del pastore con le pecore per farci comprendere la stretta relazione che c’è tra Lui e noi. Se noi ci fermiamo a pensare a questa immagine, ci rendiamo conto di quanto deve essere difficile per un pastore guidare centinaia di pecore. Eppure ci riesce. Qual è il segreto? Il segreto sta nel fatto che il pastore conosce una per una le proprie pecore, vive in simbiosi con loro, se ne prende cura fin dal momento in cui vengono al mondo. E le pecore obbediscono al richiamo del padrone perché riconoscono la voce, cioè riconoscono in quella voce una corrispondenza d’amore e di protezione e dunque si fidano. Essere pecore non significa però essere pecoroni, non dobbiamo seguire la massa, non dobbiamo seguire Cristo senza capire il perché, ma dobbiamo seguirlo proprio perché troviamo in Lui il senso di ciò che siamo.

Gesù è il bel pastore, anche se la traduzione attuale riporta l’aggettivo buon, l’aggettivo più corretto è bel che viene dal verbo greco kalòs. Che significa che è il bel pastore? La bellezza è qualcosa che quando la si riconosce è inevitabile restarne ammaliati e se ci facciamo caso noi siamo sempre in una continua ricerca di questa bellezza. La ricerchiamo nella natura, nella persona che ci si pone davanti, nell’arte, in noi stessi. Noi siamo impregnati di desiderio di bellezza e siamo alla ricerca sfrenata di tale bellezza. Ma questa ricerca può sfociare in qualcosa che bello non è, ad esempio: la tipologia standard di “bellezza” che impone la società (aver un fisico asciutto e scolpito, avere un certo tipo di acconciatura, possedere gadget all’ultimo grido, l’idea di dimostrare sempre una giovinezza che non corrisponde all’età reale, l’idea estrema di libertà assoluta nel fare ciò che si vuole, ecc). Chi non possiede questi requisiti non viene catalogato tra i “belli”. Ma queste sono bellezze fittizie, sono i cosiddetti mercenari di cui parla Gesù nel Vangelo, cioè ideali di bellezza che non corrispondono a ciò che sentiamo dentro, ecco perché non riusciamo ad essere pienamente soddisfatti. La Bellezza di Gesù è una bellezza che attira, che corrisponde al nostro desiderio, che ci riempie e ci permette di riconoscere la nostra bellezza: siamo immagine e somiglianza di Dio, siamo figli di Dio e quindi partecipi di questa bellezza.

Vivi

Possiamo seguire realmente Gesù se riconosciamo la sua voce

questa voce la troviamo nella Parola di Dio, nel Vangelo. Scegli un momento della giornata e leggi qualche riga.

Molto spesso non ci piacciamo perché non corrispondiamo con la bellezza standard che ci impone la società

allontana dal tuo cuore e dalla tua mente la visione che impone il mondo, guardati con gli occhi di Dio e vedrai che sei bellissima/o perché partecipi della stessa bellezza di Dio.

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