Leggi
In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza».
(Gv 10, 1-10 – Lunedì della IV Settimana di Pasqua)
Medita
Il Vangelo di oggi ci stimola a fare una verifica interessante. Le pecore vivono in un ovile, cioè all’interno di un recinto nel quale sono custodite. Analogamente ciascuno di noi vive all’interno di un suo “recinto” nel quale si sente protetto e, allo stesso tempo, in compagnia di altri. Se ci pensiamo un attimo, i recinti di oggi sono i social. Da un lato ci sentiamo protetti dallo schermo, dall’altro siamo virtualmente in compagnia di amici, followers, ecc…
In questo recinto possiamo cercare visibilità, approvazione, contestazione, lavoro, flirt, incontri ecc… In altre parole, trascorriamo “fette di tempo” sempre maggiori nei nuovi recinti. Questi nuovi recinti, che assorbono sempre più aree della nostra vita, rischiano di diventare prigioni piuttosto che espressioni creative di noi stessi.
Cristo viene a visitare il recinto per portare le pecore fuori, al pascolo. Per dare loro ristoro, vita. Non si può restare a vivere nel recinto. C’è un’abbondanza di vita fuori dal recinto che solo Cristo può dare. Io sono venuto perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza. Nei recinti non possiamo mai trovare quella pienezza di vita reale che nasce dall’incontro vero con gli altri ed è trasfigurato dalla presenza di Cristo. I social sono bellissimi, però vi prego…restiamo esseri umani. Restiamo persone che si lasciano attrarre di più dalla voce di Cristo che dai display colorati.
Vivi
I social sono un’opportunità straordinaria…
ma ancor prima di vivere una “vita social” ti sei chiesto quanto vivi nella realtà? Da quanto tempo non leggi un libro? Perché non vai a trovare quel parente che non vedi da chissà quanto tempo? Quanto tempo trascorri con tuo padre o con tua madre? Glielo dici quanto li vuoi bene? Come trascorri il tempo con tua moglie, tuo marito, i tuoi figli? Sei presente o fugace? Vivi la vita reale… con tutte le sue difficoltà e prove, è e resta un dono preziosissimo!
Se vuoi condividi l’articolo…
…perché altri possano interrogarsi sulla qualità del tempo vissuto nella vita reale