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In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
(Mc 10,32-45 – S. Filippo Neri, Presbitero – Memoria)
Medita
Da che mondo è mondo, l’uomo ha sempre cercato posti d’onore. È naturale che sia così. Il potere ha sempre affascinato l’uomo. E ciascuno di noi nella propria condizione di vita, se è onesto con sé stesso, può verificare benissimo se il proprio cuore è rivolto ai posti d’onore anziché ai posti d’amore. In altre parole, bisogna chiedersi: dove sto guardando? Dov’è il mio cuore? Per chi o che cosa palpita? Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore (Mt 6,21).
Pur avendo chiara la risposta, bisogna anche riconoscere che la logica del “va’ dove ti porta il cuore” non funziona! Anche un ladro è condotto dal proprio cuore che è rivolto al suo “tesoro”. È necessaria dunque la ragione che deve riconoscere la verità dalla falsità. Tutti i discepoli alle porte di Gerusalemme, poco prima della passione di Gesù, immaginavano che sarebbe venuto il nuovo Regno. Non solo Giacomo e Giovanni, ma anche gli altri dieci, aspiravano ai posti d’onore. Ma non era questa la verità.
Come si distinguono i posti d’onore da quelli d’amore? Alla luce del Vangelo di oggi i primi sono caratterizzati dai verbi del sedere e potere, mentre gli altri dai verbi del servire e donare. L’unico posto d’onore che corrisponde alla verità è quello della croce. Solo nella croce l’onore si trasforma in amore.
Vivi
Ogni vocazione, se vuole portare frutto, deve praticare la logica del servizio e del dono. Solo questa mentalità riempie di senso sé stessi e gli altri.
Verifica in che modo, anche con piccoli gesti, ti rendi disponibile al servizio per gli altri.
Il servizio e il dono di sé, tuttavia, vanno sempre accompagnati dalla preghiera.
Prega e testimonia l’amore di Gesù per le persone che oggi incontrerai.