La paura della testimonianza

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In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

(Mt 10, 24-33 – Sabato della XIV Settimana del Tempo Ordinario Anno dispari)

Medita

Noi pensiamo di conoscere il sentimento della paura, ma in realtà la questione è molto più complessa. Non ci riferiamo alla paura di uno spavento, ma a quella presente come “sottofondo”. Per paura possiamo non renderci conto di dire o di fare cose per piacere agli altri, per non dispiacerli, per farseli magari “amici”.

Per paura inconsapevole, possiamo correre il rischio di calpestare la nostra libertà, la nostra dignità. A maggior ragione se si tratta della fede. La questione non è essere spavaldi, o che sia sbagliato sentire la paura. Semmai Gesù ci invita a non lasciarci determinare dalla paura tutte quelle volte che siamo chiamati a testimoniarlo.

La paura non deve bloccarci nell’affermare un principio evangelico piuttosto che lasciar passare logiche oppressive e che calpestano la dignità della persona. Ancor di più se si tratta di calpestare la fede nel Signore Gesù. Anche la parola del Vangelo di oggi è molto dura. Ma il senso è sempre quello: siamo amati da Dio di amore eterno. Questo è il fondamento della nostra libertà dei figli di Dio.

Vivi

Gesù lo ripete spesso: “non abbiate paura…”

Consegnare le proprie paure a Cristo è il primo passo per sbloccarsi dalle situazioni difficili. Ma in modo particolare ciò che vince la paura è la lode. Lodare il Signore con tutto il proprio essere manifesta la potenza liberatrice di Dio laddove umanamente è impossibile affrontare le difficoltà. Confida sempre in Lui.

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