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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
(Lc 6, 27-38 – Giovedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario – Anno dispari )
Medita
Il perdono è l’esperienza umana e cristiana più difficile da attuare. Quante volte con le parole diciamo di aver perdonato chi ci ha ferito, chi ha commesso qualcosa contro di noi eppure in cuor nostro coviamo ancora risentimento. E questo succede quando parliamo di persone a cui vogliamo relativamente bene, figuriamoci nemici, cioè persone che non ci interessano completamente. Il discorso di Gesù è da folli, solo un folle può perdonare un nemico, uno che ci odia. Proprio così, Gesù Cristo è il più grande folle della storia dell’uomo, perché non solo ci ha perdonato una volta per tutte ma, per farlo, si è fatto mettere in croce.
Perdono, però, non significa fare finta di nulla, misericordia non significa essere fessi, cioè permettere tutto senza fare niente. Perdonare significa cancellare l’odio, la stizza, il risentimento verso quella persona e continuare la propria vita, pregando per quella persona perché ritorni a Dio. Perdonare non significa permettere agli altri di distruggerci, ma anzi ci permette di liberarci. Molto spesso continuiamo a sottostare a situazioni malsane per la nostra vita sia fisica, psichica e spirituale, perché siamo convinti che la bontà significa farsi fare tutto senza dire niente. La bontà, la misericordia significa comprendere che quella persona non fa bene alla nostra vita, non permettergli che ci ferisca ma continuando ad amarlo. E certe volte per amore dell’altro bisogna anche saper staccarsi. Perdonare significa non giudicare, non condannare ma donare. Ed è un’esperienza liberante.
Vivi
L’esperienza del perdono libera da ogni sorta di vincolo malsano e ci dona pace
il vero perdono ha bisogno del suo tempo, ha bisogno di Dio. Chiedi al Signore che ti doni pace e ti permetta di perdonare i tuoi nemici iniziando da te stesso/a .