Cosa fare per avere la vita eterna?

Leggi

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».

Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

(Mc 10, 17-27 – XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno dispari)

Medita

In questa scena evangelica subito risalta agli occhi un giovane desideroso di Vita, di vita eterna. La desidera così fortemente che si getta ai piedi di Gesù senza pensarci troppo, poiché lo ritiene l’unico capace di salvarlo. Ma Gesù precisa cita alcuni comandamenti, da notare come ne citi soltanto alcuni e non tutti e dieci, bensì soltanto quelli che riguardano il rapporto dell’uomo con gli altri uomini. Quei comandamenti che ci permettono di capire che l’altro non va ucciso, non frodato, etc, bensì onorato, in una sola parola: amato.

Gesù, poi, si spinge un po’ oltre, invita il giovane a liberarsi di tutte le sue ricchezze e donarle ai poveri, così certamente avrà un tesoro grande in cielo. Ma il giovane non ne fu capace, anzi si rattristò e andò via. Questa narrazione ci permette di comprendere come non soltanto le ricchezze materiali ci impediscono di entrare nella Vita, ma tutto ciò che non ci permette di Amare veramente. In fondo cos’erano i beni per quel giovane ricco? Altro non erano che un mezzo per amare ed onorare soltanto sé stesso, chiudendosi al rapporto con gli altri. Ecco perché Cristo quando recita i comandamenti preferisce sottolineare quelli che riguardano la relazione con gli altri, perché è quella che ci definisce o meno cristiani autentici e ci permette di conquistare la beatitudine. Tuttavia, questa difficoltà non è data soltanto dalla ricchezza, ma ciascuno di noi ha la sua “ricchezza” particolare che impedisce di amare e di entrare nella vita.Impariamo allora a riconoscerla e a liberarcene per poter vivere veramente.

Vivi

Fermati qualche istante e domandati

cos’è che ti impedisce di vivere davvero come Dio ti chiede e che ti fa indietreggiare da Lui col volto triste? Poi agisci amando.

Vuoi ricevere nella tua mail il commento al vangelo quotidiano?

Condividi questo articolo nei tuoi social

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: