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In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
(Lc 11,47-54 – Giovedì della XXVIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno dispari)
Medita
Che cosa vuol dire Gesù quando rimprovera i dottori della Legge dicendo: “avete portato via la chiave della conoscenza“? Cos’è questa chiave che permette di aprire la porta della conoscenza? I dottori della Legge, cioè della Torah, dovrebbero essere i massimi esperti nel saper rintracciare nella Legge la volontà di Dio. Nell’osservanza della Legge si realizza l’alleanza, e cioè la comunione con Dio. Ma dunque la Legge è un mezzo, non un fine. Loro purtroppo ne hanno fatto il fine, usando Dio come mezzo. Anche i profeti più volte hanno richiamato l’importanza del ritorno all’alleanza con Dio per mezzo della Legge, ma sono stati uccisi, perchè ritenuti scomodi.
La chiave della conoscenza dunque è l’intelligenza delle Scritture. Cioè il saper “vedere” che la Legge e i Profeti preannunciano Gesù Cristo. È l’alba della fede. I dottori della Legge avrebbero dovuto riconoscere in Gesù Cristo, nel suo parlare e agire, la voce di Dio, la presenza stessa di Dio. Avrebbero dovuto dire: “è Lui!”. E dunque avrebbero dovuto ricondurre le genti a Lui, ma non è stato così, anzi cercavano in ogni modo di metterlo alla prova.
La chiave della conoscenza, dunque, ci consente di fare il passaggio dalla Legge alla grazia, dal “fidanzamento” alle “nozze”, dai comandamenti alla vita nuova nello Spirito.
Vivi
Secondo questa chiave della conoscenza, come percepisci i comandamenti di Dio? Sono un fardello pesante o ritieni che siano il minimo indispensabile per custodire l’amore di Dio e del prossimo?
Cristo non è venuto ad abolire la Legge ma a darne pieno compimento. Grazie allo Spirito Santo possiamo vivere il grande comandamento dell’amore che è la sintesi di tutta la Legge.