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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
(Lc 12,8-12 – Sabato della XXVIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno dispari)
Medita
Non si può comprendere questo Vangelo se non attraverso un rapporto vivo con lo Spirito Santo. Noi lo abbiamo ricevuto il giorno del nostro battesimo, momento in cui Dio ci ha resi suoi figli per sempre. Tuttavia un figlio può sempre rinnegare il proprio genitore.
La relazione che Dio ha stabilito coi suoi figli si realizza attraverso la comunione con lo Spirito di Dio. È lo Spirito che crea in noi la somiglianza con Cristo. Noi siamo destinati a diventare come Cristo, suoi fratelli, perfetti nell’amore. E i fratelli in Cristo non potranno che amarsi.
Nei primi secoli del cristianesimo, i cristiani si riconoscevano da una cosa: i pagani che li perseguitavano dicevano di loro “guarda come si amano!“
Vivi
A chi ci domanda siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi, adorando Cristo nei nostri cuori.
Questa speranza va alimentata nella comunità cristiana con la preghiera, i sacramenti e specialmente nei rapporti fraterni. Quanto frequento la comunità parrocchiale? Non si può essere credenti non praticanti. Un credente lo è perché pratica.