Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?

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In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

(Mt 7, 19-23 Mercoledì della III settimana di Avvento Anno C)

Medita

Giovanni Battista, colui che ha preparato la via a Gesù Cristo, colui del quale lo stesso Gesù ha detto che non esiste al mondo uomo più grande, colui che ha battezzato Gesù sul fiume Giordano, arriva ad avere dubbi sul fatto che il Signore sia veramente il Messia. Questo dubbio Giovanni ce l’ha in un momento importante della sua vita: era stato imprigionato da Erode. Dunque era in carcere e sentiva sicuramente tante cose sia belle ma anche pesanti su Cristo. Ecco perché manda i suoi discepoli da Gesù a chiedere se fosse il Messia. Gesù, come sempre, non si arrabbia, non pensa male di Giovanni ma capisce cosa si porta nel suo cuore. È come se Giovanni volesse avere la conferma per scegliere se vale la pena morire per testimoniarlo o vivere. Ecco che prima di riferire ai discepoli di Giovanni cosa fare, compie molti miracoli. Il nostro è un Dio serio, un Dio che rispetta la Parola data. Ecco che dimostra la sua credibilità, compie gesti concreti e dice ai discepoli di riferire a Giovanni ciò che avevano visto con i loro occhi.

Capita spesso di scoraggiarci e di domandarci se ci conviene “spendere del tempo” e la vita per Dio. Non è sbagliato chiederselo perché questo permette di scoprire il senso vero della nostra relazione e dunque della nostra figliolanza e ci da uno sprone. Questo ci accade soprattutto nei periodi bui, in quei periodi dove la pesantezza e lo sconforto la fanno da padrone. Pur avendo visto, sentito, avendo avuto accanto Lui, nel momento della difficoltà, soprattutto se non veniamo esauditi subito, c’è il rischio di non credere che Dio sia la nostra felicità e salvezza. Ecco che Dio si fa presente subito nella nostra vita e ci permette la guarigione da tanti mali, quelli della lingua, del corpo, dell’anima.. Ma se questi cambiamenti non li viviamo pienamente, allora sì che ci perdiamo, allora sì che avremo dubbi e ci perderemo. Gesù manda questo messaggio e rasserena Giovanni.

Vivi

Quando attraversiamo i vari momenti pesanti della nostra vita capita di dubitare di Dio

non avere paura di esporre anche le tue perplessità di fede, non temere di apparire sbagliato. Molto spesso per paura di capirne di più, rischiamo di perdere il gioiello più bello: Dio stesso e, insieme con Lui, noi.

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