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Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
(Gv 20,2-8 – San Giovanni – Festa)
Medita
Poco prima di ciò che è raccontato in questi versetti del vangelo di oggi, Gesù è appena morto in croce. Giuseppe d’Arimatea, per concessione da Pilato, prende il Suo corpo; Nicodemo porta la mirra e l’aloe e avvolgono il corpo di Gesù in teli, secondo l’usanza della sepoltura; lo depongono in un sepolcro nuovo, vicino al luogo della crocifissione. Ed ecco che, dopo tre giorni, Maria di Magdala è la prima che, recatasi al sepolcro, lo trova vuoto. Corre a dirlo a Pietro, il quale insieme all’altro discepolo (che Gesù amava), corre verso il sepolcro; colui che arriva per primo vede ma rimane all’esterno; Pietro, invece ha il coraggio di entrare e vedere. Cosa vede? Vede che Gesù non c’è, vede quello che effettivamente gli ha detto Maria, vede i teli e il sudario posati là e vede oltre tutto questo. Gesù è risorto.
Siamo nei giorni di Natale, in quelli in cui è sotto i nostri occhi l’immagine del presepe che racconta quanto è accaduto alla nascita di Gesù. Leggere e meditare questo vangelo, sembra stridere con la dolcezza e lo sguardo dell’evento della natività, ma invece il tutto è in piena correlazione, in storia, significato e persino elementi di ciò che è accaduto. Gesù è il Figlio di Dio, mandato nel mondo per rivelare agli uomini il Suo progetto di salvezza. Sia nella nascita che nella resurrezione Gesù compie il volere del Padre. Alla nascita viene avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia; alla sepoltura viene avvolto da teli e sudario e adagiato nel sepolcro; alla nascita l’angelo annuncia ai pastori il lieto evento, ed essi hanno timore; alla resurrezione i discepoli vengono avvisati da Maria ed anche loro hanno timore; pastori e discepoli entrambi corrono e vanno i primi verso Betlemme, i secondi verso il sepolcro. Nella stalla vi è una scena di vita, di nascita; nel sepolcro una scena di morte e dolore, superata e attraversata dalla vita. Il corpo morto non c’è più, rimangono solo i segni di quanto era realmente accaduto; vi è silenzio dentro e fuori il sepolcro. Sia di fronte alla stalla che al sepolcro, ci sono occhi, occhi di persone che vedono e credono, che contemplano e accolgono inn silenzio lo stupore di quanto è accaduto.
Quel bambino avvolto in fasce è quell’uomo avvolto nei teli e deposto nel sepolcro, per il mistero della salvezza e della vita. Il Verbo incarnato è Gesù cresciuto, morto e risorto.
Entrare nel mistero dell’incarnazione, nella piccola grotta di Betlemme è entrare nella vita di Gesù, che è morto e risorto per noi. Fermarsi a guardare può portare timore, perché significa fermarsi a guardare in noi stessi e ricordare che Dio c’è, in tutte le circostanze della nostra vita.
Non avere paura di guardare Dio ed entrare con Lui dentro i vissuti della tua vita; lasciati incontrare..Lui è venuto per noi.
“Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2, 11)
Vivi
«Tutta la vita di Cristo è mistero di redenzione.» (Catechismo della Chiesa Cattolica 517)
Fermati di fronte al presepe, adora Gesù bambino.