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Cristo non ci accusa, ma ci salva

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In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa.
C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola.
I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano»

(Mt 9,14-15 Sabato dopo le ceneri)

Medita

A che serve digiunare se poi “non stiamo” con Gesù? D’altra parte, che significa stare con Gesù? Mettiamoci nei panni di Levi. Era un pubblicano, cioè un corrotto. Infatti da giudeo riscuoteva le tasse a favore degli oppressori romani. Come potevano guardarlo i suoi connazionali?

Eppure Gesù, sapendo bene chi fosse, a partire da lì, cioè a partire dalla condizione di peccatore in atto (si trovava al banco delle imposte!), lo chiama a seguirlo. Non lo giudica. Non gli fa pesare l’imputazione della colpa, semmai lo solleva e lo libera da quella condizione. Quel “seguimi!” non ha il gusto della costrizione, semmai, al contrario, ha il gusto della liberazione dal pesante fardello che lo inchioda al banco. E dal banco delle imposte si trasferisce al banco della mensa, con Gesù e altri peccatori.

Dunque stare con Gesù significa permettergli di sbloccarci, di risanarci, di trasferirci da una condizione di pauroso asservimento ad una condizione di libertà ritrovata, di dignità restituita, di giustizia compiuta.

Vivi

Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati;

Nessun peccatore è accusato da Cristo per i suoi peccati, tuttavia Cristo chiama “i peccatori perché si convertano”. Dunque, pur riconoscendo i tuoi peccati, ancor più importante e decisivo è riconoscere la voce di Cristo che singolarmente si rivolge a te, per liberarti e invitarti a vivere la condizione di figli redenti.

Se nel vangelo di giovedì, Cristo si è presentato come Maestro, in quello di ieri si è presentato come Sposo, in quello di oggi si presenta come Medico.

Contempla questo specifico volto di Cristo-medico nella tua vita. Fai memoria di quegli eventi in cui lo hai sperimentato come medico dello spirito, dell’anima o del corpo.

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