Nei due articoli precedenti, abbiamo visto come un cambiamento radicale nel modo di porci in ascolto del tempo presente, dell’altro e dell’Altro, ci permetta una più ampia conversione al reale, cioè alla realtà che ci circonda e in cui siamo pienamente inseriti. Ciò non significa restare ingabbiati all’interno di mentalità e categorie del mondo. Continuando il nostro cammino Quaresimale, questa settimana noteremo come tutto quello che ci è stato presentato fino ad adesso, è possibile viverlo nel migliore dei modi e nell’ottica giusta, nella misura in cui iniziamo a convertirci allo Spirito.
Restare fedeli alla realtà del tempo presente non equivale però a fermarsi alla superficie dei fatti né a legittimare ogni situazione in corso. Si tratta piuttosto di cogliere “la pienezza del tempo” (Gal 4,4) ovvero di scorgere l’azione dello Spirito, che rende ogni epoca un “tempo opportuno”.
Dal messaggio per la Quaresima 2022 della CEI
Iniziamo dal vedere cosa significa spiritualità, che cos’è!
L’essere umano è fatto di corpo, di ragione, di psiche, ma una parte molto importante, se non addirittura fondamentale, la occupa la sua spiritualità. All’interno di ogni uomo c’è una scintilla, una domanda fondamentale, che permette di ricercare dentro di sé quell’appartenenza a Qualcosa o a Qualcuno che riconosce combaciante con la sua realtà.
Nella sua diversità, poi, ogni uomo interpreta e vive quell’esperienza interiore, non solo all’interno di una determinata religione ma all’interno della vita stessa. Questa domanda ci spinge ad interrogarci seriamente sulla nostra felicità. Quando parliamo di felicità, vogliamo indicare quella felicità con la F maiuscola, cioè il motivo per cui siamo in questa vita.

Capita però che, sia per cause esterne da noi che per cause interiori, siamo portati a cercare questa felicità attraverso categorie o modalità totalmente contrarie al nostro desiderio di piena realizzazione. Ad esempio, questo lo possiamo sperimentare all’interno di una mentalità individualistica che si è venuta a creare negli ultimi decenni. Con l’avvento del boom economico e con la possibilità di poter possedere e scegliere qualsiasi cosa, l’uomo ha messo da parte questa ricerca della sua spiritualità orientata ad una Felicità oltre questo mondo, e si è chiuso nel proprio desiderio fine a sé stesso.
Tutto questo ha portato all’esclusione di Dio e dell’altro dalla propria esperienza di vita, arrivando addirittura a prendere il posto di Dio. Quando accade ciò, il rischio reale che si corre è quello di non riconoscere più né Dio né l’altro come parte di sé stessi ma come nemici della propria libertà e felicità. Ecco perché l’uomo dichiara guerra ai propri fratelli e sorelle, perché ha dichiarato guerra a Dio volendosi mettere al suo posto.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Mt 21, 37-38
Il vero trucco…
L’atteggiamento che, invece, dobbiamo assumere nella nostra esistenza è quella del compagno di viaggio. Siamo tutti in cammino verso la medesima meta, e il trucco è saper cambiare lo sguardo. Se noi iniziassimo a non sentirci padroni della nostra vita e del mondo che ci è stato affidato, ma semplici viaggiatori, riusciremmo a vedere Dio e gli altri come preziosi compagni di viaggio.
Entrando nel mondo Cristo non ha cambiato la storia con uno schiocco di dita o con la bacchetta magica, ma facendosi compagno, condividendo, cioè, la sua storia con quella di coloro che incontrava. Ecco allora che, a chi faceva l’incontro con Lui, apparentemente la vita non cambiava, cioè continuavano a fare le cose di tutti i giorni. Quello che cambiava era lo sguardo, sulla propria vita e sul mondo. Prendendo esempio dal comportamento e dalla proposta di vita di Gesù, chi faceva esperienza di questo incontro, diventava protagonista della sua storia perché metteva in atto la stessa carità di Dio.
L’epoca in cui Gesù ha vissuto è stata fondamentale per via della sua presenza all’interno della storia umana e, in particolare, di chi entrava in contatto con lui. I suoi discepoli hanno continuato a vivere la loro vita in quel contesto storico, con tutte le sue contraddizioni e i suoi limiti: ma la sua compagnia ha modificato il modo di essere nel mondo. Il Maestro di Nazaret ha insegnato loro a essere protagonisti di quel tempo attraverso la fede nel Padre misericordioso, la carità verso gli ultimi e la speranza in un rinnovamento interiore delle persone. Per i discepoli è stato Gesù a dare senso a un’epoca che altrimenti avrebbe avuto ben altri criteri umani per essere giudicata.
Dal messaggio per la Quaresima 2022 della CEI
La domanda sorge spontanea: fortunati tutti coloro che, a quei tempi, hanno incontrato Gesù Cristo… ma per noi oggi è molto diverso perché non abbiamo la possibilità di averlo presente fisicamente, come possiamo vivere la stessa esperienza? Attraverso lo Spirito santo.

Cristo, morendo in croce, ha donato il suo Spirito, il quale accompagna l’uomo e la Chiesa nella realtà piena del cammino umano. Un cammino che, grazie al sacrificio di Cristo, ha nella risurrezione il suo culmine, la sua meta. Allora non è vero che noi siamo più sfortunati di coloro che hanno vissuto a stretto contatto con Gesù perché, attraverso lo Spirito santo, Cristo si fa presente attraverso la Sua Parola, il Suo Corpo ed il Suo Sangue nell’Eucaristia, ed attraverso i sacramenti che ci ha lasciato.
Siamo chiamati anche noi, soprattutto durante questo tempo di Quaresima, ad essere protagonisti della nostra storia, prendendo esempio da Gesù, sapendo vedere anche attraverso i drammi della vita, la vittoria pasquale di Cristo. Solo attraverso l’offerta della croce, Cristo ci ha aperto le porte della vita eterna. Dietro un segno orrendo e sconvolgente come la croce, Dio ha operato la salvezza dell’umanità. Vedere tutto ciò che ci capita attraverso questa verità, ci può aiutare ad attraversare periodi drammatici, come il periodo di pandemia e di guerra che stiamo vivendo, nella logica pasquale.
Dopo la sua morte, dall’assenza fisica di Gesù è fiorita la vita eterna del Risorto e la presenza dello Spirito nella Chiesa: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani» (Gv 14,16-18; cfr. At 2,1-13). Lo Spirito domanda al credente di considerare ancora oggi la realtà in chiave pasquale, come ha testimoniato Gesù, e non come la vede il mondo. Per il discepolo una sconfitta può essere una vittoria, una perdita una conquista. Cominciare a vivere la Pasqua, che ci attende al termine del tempo di Quaresima, significa considerare la storia nell’ottica dell’amore, anche se questo comporta di portare la croce propria e altrui (cfr. Mt 16,24; 27,32; Col 3,13; Ef 4,1-3)
Dal messaggio per la Quaresima 2022 della CEI
Ecco che il senso della spiritualità dell’uomo si innesta all’interno dello Spirito di Dio che guida e governa il mondo e la sua Chiesa.

Non c’è vera spiritualità senza gli altri
Vivere la propria spiritualità all’esterno di un contesto comunitario, sminuisce e minimizza l’estrema importanza e verità di ciò che essa è. Vuol dire che vivere veramente questa domanda piena di Felicità, significa saperla condividere con e dentro la comunità, significa armonizzare le diverse voci, le diverse esperienze, all’interno di un’unica voce che è quella dello Spirito santo che agisce e parla ancora oggi nei cuori degli uomini e delle donne di questo tempo.
Oggi più che mai siamo chiamati a leggere i segni dei tempi e proprio per questo motivo che Papa Francesco ha indetto questo tempo per camminare insieme, cioè per vivere in maniera sinodale, la stessa esperienza di fede, cercando di seguire sempre di più la voce dello Spirito.
Il Cammino sinodale sta facendo maturare nelle Chiese in Italia un modo nuovo di ascoltare la realtà per giudicarla in modo spirituale e produrre scelte più evangeliche. Lo Spirito infatti non aliena dalla storia: mentre radica nel presente, spinge a cambiarlo in meglio. Per restare fedeli alla realtà e diventare al contempo costruttori di un futuro migliore, si richiede una interiorizzazione profonda dello stile di Gesù, del suo sguardo spirituale, della sua capacità di vedere ovunque occasioni per mostrare quanto è grande l’amore del Padre.
Dal messaggio per la Quaresima 2022 della CEI

Ecco come, lo Spirito santo, ci chiama ad essere protagonisti della nostra storia e del nostro tempo. Protagonisti e non spettatori. Alla fine del messaggio di Quaresima della CEI, ci vengono poste delle domande che ci aiutano a fare discernimento e che ci permettono di esprimere il nostro pensiero, ciò che sentiamo dentro. Il bene del mondo e della Chiesa è responsabilità di tutti. Siamo chiamati a fare la nostra parte affinché, tutti insieme, progrediamo nell’amore di Dio ed arriviamo alla Felicità pasquale.
Forse non siamo abbastanza liberi di cuore da riconoscere queste opportunità di amore, perché frenati dalla paura o condizionati da aspettative irrealistiche. Mentre lo Spirito, invece, continua a lavorare come sempre. Quale azione dello Spirito è possibile riconoscere in questo nostro tempo?
Andando al di là dei meri fatti che accadono nel nostro presente, quale lettura spirituale possiamo fare della nostra epoca, per progredire spiritualmente come singoli e come comunità credente?