Cercate il Signore mentre si fa trovare

Leggi

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».


All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

(Lc 4 24-30 Lunedì della III settimana di Quaresima – Anno C)

Medita

Gesù si rivela, proprio a Nazaret, nel paese in cui è cresciuto: poco prima dei versetti del vangelo di oggi, entra nella sinagoga in giorno di sabato, legge dal rotolo del profeta Isaia e stupisce tutti, dicendo: “Questa parola si compie in me, oggi”. Lui è il consacrato mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, portare la liberazione e proclamare la misericordia (Lc 4, 18-19). Come può in Lui adempiersi la Scrittura dell’antico testamento? Come può Lui essere il Messia atteso? Com’è possibile? Significherebbe riconoscere Gesù come profeta, ovvero come chi parla per conto di Dio, spinto dalla sapienza dello Spirito, mandato da Dio. Eppure Gesù è il figlio di Giuseppe, del carpentiere del paese; ha una certa condizione economica, si è formato con una certa istruzione, viene da una famiglia semplice.  Come può in Lui agire lo Spirito? È questo ciò che non viene colto e accolto dagli abitanti di Nazaret. Non viene fatto il passaggio del vedere Gesù come qualcuno scelto da Dio per parlare al popolo. Eppure non era il primo esempio nella storia del popolo di Israele. Eppure gli israeliti erano abituati all’importanza dei profeti.

“In verità vi dico nessun profeta è accettato nella sua patria”(v. 24).

Anche Gesù vive la stessa sorte dei profeti perseguitati e respinti, come Elia, Eliseo. Viene visto come compaesano, amico, parente, conosciuto, ma non come “mandato da Dio”.  Cosa impedisce tutto questo? Principalmente il pregiudizio, il “catalogare” l’altro secondo gli schemi del pregiudizio sull’ambiente, la provenienza, la razza, il ceto sociale. Ma soprattutto il non avere occhi, mente e cuore aperto allo Spirito, quello stesso Spirito che aveva permesso a Simeone di vedere in Gesù, appena nato, “la salvezza preparata davanti a tutti popoli” (Lc 2, 25).

Il rischio che corrono quegli uomini, come quello che corriamo anche noi oggi, è il non saper riconosce il passaggio di Dio nella storia.

Vivi

“Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino” (Is 55,6)

In questi giorni di quaresima, ritagliati un po’ di tempo per fermarti. Metti la tua storia nelle mani di Dio e riconosci il passaggio che ha già compiuto nella tua vita e continua a compiere.

Vuoi ricevere nella tua mail il commento al vangelo quotidiano?

Condividi questo articolo nei tuoi social

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: