man kissing belly of pregnant woman in green field

Il desiderio dell’incontro

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In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

(Gv 16,20-23a – San Filippo Neri, presbitero – Memoria)

Medita

Tutto ciò che comporta fatica, ordine, disciplina, perseveranza, ci fa soffrire. La stessa cosa vale per il distacco o per la lontananza. Anche situazioni che probabilmente non abbiamo scelto fino in fondo possono darci sofferenza. Eppure la sofferenza è sopportabile quando c’è un senso che l’accompagna. Quando c’è una motivazione che spinge.

L’esempio della donna partoriente dice tutto. Quante attenzioni e amore ha dovuto mettere nel portare avanti la gravidanza? E quanto dolore deve attraversare per far partorire il proprio figlio? Eppure tutto ha senso a partire dalla fine. Tutto si capisce a partire dalla gioia che ci sarà. E allora la sofferenza e la fatica dell’impegno divengono sopportabili. Allora tutto si gioca nel dare senso a quello che facciamo. Nel comprendere il bene che si sta perseguendo. E una volta raggiunto la gioia sarà grande.

La relazione con Cristo segue questa dinamica. Quanti tempi aridi, desolanti, quanta assenza sperimentiamo della sua desiderata presenza? Eppure quando finalmente ne gustiamo il dolce arrivo, tutto si placa, tutto si mette in ordine, tutto germoglia e fiorisce.

Vivi

Vivi nell’attesa. Attendi il Signore che viene. Invocalo, chiamalo, cercalo…

Non mancherà di farti visita donandoti più di quello che avresti potuto chiedere…

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