Leggi
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
(Mt 7,15-20 – Mercoledì della XII Settimana del Tempo Ordinario – Anno pari)
Medita
Il criterio di discernimento che suggerisce Gesù è così semplice e ovvio che, paradossalmente, potrebbe anche sfuggirci: dai frutti si giudica la bontà dell’albero. Analogamente, dal comportamento di una persona che si presenta come “profeta” si giudica l’autenticità di ciò che dice.
Il profeta non deve essere inteso come colui che predice il futuro – da questo punto di vista siamo circondati da tanti profeti di sventura che annunciano solo catastrofi! – ma come una persona che sa leggere e vedere la Parola di Dio nel contesto storico attuale. E dunque suggerisce possibili direzioni verso cui lo Spirito del Signore soffia.
Il vero profeta sa scorgere, per grazia di Dio, la presenza di Dio stesso nella storia, verso dove ci sta conducendo e pertanto egli sollecita il tipo di risposta che il Signore richiede. Il frutti spirituali che dobbiamo guardare nel profeta sono quelli suggeriti da San Paolo in Gal 5,22: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé“.
Vivi
Smettiamola di seguire le voci profetiche di rivelazioni private, di “famosi” personaggi che fanno leva sulla paura della gente per aumentare la propria audience o per creare confusione all’interno della comunione ecclesiale.
L’annuncio di Cristo, il Vangelo, la misericordia di Dio liberano dalla paura! Non la suscitano! Tanta gente condivide sui social “rivelazioni private” sconcertanti senza neanche conoscere il Vangelo e frequentare una comunità cristiana. Torniamo sul serio in Chiesa, e viviamo da uomini e donne adulti, capaci di lasciarsi guidare dall’unica voce autorevole che è quella della Chiesa.