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In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
(Mt 12,38-42 – Lunedì della XVI Settimana del Tempo Ordinario – Anno pari)
Medita
Mettersi seriamente in ascolto di qualcuno non è banale. Significa dedicare tempo, attenzione, lucidità, un’equilibrata misura di empatia…ascoltare è dare spazio all’altra persona, significa saperla accogliere anche quando quello che dice non ci garba pienamente.
Ascoltare in definitiva richiede un atteggiamento umile. Umile come l’humus, la terra. Una terra che sa accogliere il seme di una parola e gli permette di germogliare. Così è col Signore. Il rischio è che si può avere un ascolto “calcolante”, tipico di chi deve inquadrare tutto nei propri schemi mentali. Oppure un ascolto svogliato, indifferente, ripiegato solo sulle cose che vuole sentire.
Ma solo un ascolto umile aperto alla verità è in grado di riconoscere la soavità della presenza di Dio. La predicazione di Giona o la sapienza di Salomone sono solo ombra della presenza ineffabile di Dio che ci è stata donata nel Figlio crocifisso e risorto. Il segno autentico di Dio è propriamente Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio. E la fede in lui nasce dall’ascolto, e l’ascolto riguarda la Parola di Dio.
Vivi
Il giudizio eterno ce lo costruiamo all’interno della nostra vita.
Mettiamoci seriamente in ascolto della Parola del Signore, non come uditori smemorati, ma come coloro che vogliono custodire la preziosità di ciò che ci viene consegnato.