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Signore insegnaci a pregare

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Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

(Lc 11,1-13 – XVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C)

Medita

Il Vangelo di questa domenica è una vera scuola di preghiera. In 13 versetti, ci educa alla preghiera e ci indica cosa bisogna chiedere con fede, il dono dei doni: lo Spirito Santo, che il Signore certamente non ci rifiuterà.

Il cuore di questo vangelo è il Padre nostro, modello di ogni preghiera. Bisognerebbe soffermarsi su ogni singola parola di questa preghiera. Un giorno anche San Francesco d’Assisi, volle meditare la preghiera insegnata da Gesù. Ci raccontano gli agiografi, che passò tutta la notte in estasi ripetendo solo l’inizio della preghiera: Padre.

Non è un caso che la preghiera inizi così, Gesù vuole stravolgere anche il modo di pregare, che al suo tempo era inteso come un obbligo legalista. Potremmo dire che, forse, ancora oggi, per molti, la preghiera è intesa così. Invece, Gesù maestro di preghiera, ci dice che per pregare dobbiamo instaurare una relazione filiale con il Padre. Nella preghiera devo sentirmi figlio, figlio amato, figlio salvato, figlio atteso e desiderato. Figlio nel Figlio.

Immagino gli apostoli, abituati ad una preghiera meccanica e ripetitiva, che vedevano il volto di Gesù infiammato d’amore mentre pregava. Chissà quanta luce e quanta grazia doveva scaturire dalla preghiera di Gesù, tanto che i discepoli hanno esclamato: “Signore insegnaci a pregare”.

Gesù è il vero modello di preghiera, così come l’evangelista Luca evidenza nel suo testo. Anche noi come Gesù, trasformiamo la nostra preghiera in relazione d’amore con il Padre. E spesso ripetiamo l’invocazione dei discepoli “Signore insegnaci a pregare”. Questa preghiera ci aiuterebbe a capire che la preghiera non è opera nostra ma è dono di Dio.

Vivi

Vivi la preghiera come relazione filiale

Soffermati con amore sulle parole del Padre nostro.

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