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In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
(Mt 17,10-13 – III Domenica di Avvento – Domenica Gaudete)
Medita
L’avvicinarsi del Natale fa colorare questa domenica di una gioia più intensa. È proprio il vangelo, che ci fa avvicinare a Gesù, e ci fa gustare questo suo dialogo con Giovanni, che ci offre la gioia, la gioia del Vangelo.
Giovanni fa una domanda su Gesù, gli chiede se è lui il Messia tanto atteso. La gioia parte da qui, dal coraggio di interrogarsi e di interrogare Dio, senza paura, e senza la prigione delle false certezze in cui a volte ci chiudiamo. La risposta di Gesù è un annuncio di liberazione. Non si tratta di capire, ma di “udire e vedere”, di sperimentare concretamente. Gesù è il Messia atteso perché realmente porta la guarigione al cuore malato, la liberazione al cuore schiavo, la gioia al cuore triste.
Anche Gesù fa una domanda su Giovanni, alle folle che lo ascoltano. Cosa cercavano in Giovanni? Questo è tanto importante, perché da ciò dipende anche quello che si pensa di Gesù. La venuta di Gesù è stata preparata, con la storia di Israele con Dio e con il messaggio del Battista. Anche per noi, oggi, non può essere diverso. Dobbiamo preparare l’arrivo di Cristo in mezzo a noi. E si parte così, da una domanda. Per vedere cosa c’è nel cuore, con onestà. Da questo si riceve l’annuncio, ancora una volta, sempre nuovo, e può nascere la gioia. Giovanni è il profeta di Cristo, colui che gli prepara la via, per questo è grande. Ma questo era il suo servizio, e la grandezza vera sta in questo, sta nel servire, nel diventare piccoli. È un paradosso: la grandezza della piccolezza. Essere grandi è farsi piccoli.
Vivi
Riprendiamo il cammino verso Dio, verso la gioia. Il percorso è questo: si fa una domanda, si ascolta e s’invoca la liberarazione da quello che ci appesantisce.
E si diventa piccoli. Piccoli e gioiosi.