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In quel tempo, Gesù̀ disse ai Giudei: «Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato».
(Gv 5, 33-36 – Venerdì della III settimana d’Avvento – Anno A)
Medita
Quante volte viviamo la stessa esperienza di queste persone? Riusciamo a fare l’incontro vero col Signore, la nostra vita si illumina per un po’, diventa tutto bello, tutto straordinario ma poi lasciamo perdere, siamo attratti da altro, dalle cose che non danno gioia se non in un momento iniziale.
Ci sono luci e luci. Ci sono le luci del mondo che abbagliano e ci fanno disorientare, c’è la luce che proviene da Dio, che riempie l’oscurità del nostro cuore. Solo che tante volte ci viene più comodo farci abbagliare che essere riempiti di luce. Forse perché non pensiamo di meritare tutto questo, o perché abbiamo paura di non poter godere più di tanta gioia e bellezza. E allora ci lasciamo abbagliare dalle gioie mondane. Ma l’unica luce che dobbiamo ricercare e tenerci stretta è quella di Dio. Dopo averla assorbita in noi, anche noi diventiamo luce riflessa per gli altri.
Vivi
Col battesimo sei diventato figlio di Dio, cioè figlio della luce…
in forza di questa bellezza sei chiamato a ricercare la luce di Dio ed a rifletterla nel mondo.