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Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
(Lc 1,26-38 – Feria propria del 20 dicembre)
Medita
In questo tempo di Grazia in cui siamo chiamati a camminare verso la grotta di Betlemme, prima di contemplare il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, la liturgia ci invita a guardare “tante annunciazioni”.
Quella più luminosa è certamente l’annunciazione dell’Angelo a Maria, dove oggi la liturgia di invita a posare lo sguardo. Ma, abbiamo anche l’annuncio a San Giuseppe, l’annuncio ai pastori, l’annuncio ai magi, l’annuncio a Zaccaria.
È sempre l’Angelo che porta l’annuncio e che manifesta la gloria di Dio.
Questi momenti, potremmo dire, queste “annunciazioni” sono accomunate dal messaggio della gioia. Sono rivelazione di gioia e portano il senso più profondo del Natale, vissuto come evento di una gioia che continua a rinnovare l’universo.
Vivi
In un contesto storico così ricolmo di notizie tristi e di crisi, la liturgia ci invita a non aver paura perché la gioia vera è stata preparata per noi…
…questa gioia ha un volto e un nome: Emmanuele – Dio con noi.