Leggi
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
(Mc 2,18-22 – Lunedì della II Settimana del Tempo Ordinario – Anno A)
Medita
Vino nuovo in otri nuovi. Non si possono commettere pasticci, nè confusione, ma bisogna avere le idee chiare. Il vino nuovo va custodito in contenitori nuovi. In altre parole, lo Spirito non può essere chiuso nei contenitori della Legge, bensì dovrà essere riversato nei cuori aperti alla grazia. Ecco il vino nuovo negli otri nuovi.
Non possiamo pensare ancora secondo le categorie del vecchio catechismo nozionistico, o della moralità sterile del “questo si fa” o “questo non si fa”… semmai tutto il rinnovamento interiore si gioca nell’incontro col Signore, che si autodefinisce Sposo nostro.
All’interno di questa relazione vitale, d’amore sponsale, cioè all’interno di questo spazio interiore di un cuore accogliente al dono di Dio, possiamo ricevere il vino nuovo dello Spirito. E allora non sarà necessario fare opere di penitenza, nè di astinenza, ma l’unica cosa da fare è godere della presenza del Signore.
Vivi
Chi ha ricevuto una formazione cristiana rigida rischia di perdersi la bellezza dell’incontro con Dio, il godimento della relazione liberante col Signore.
Il Nuovo Testamento è il dono dello Spirito santo riversato su un cuore redento da Cristo. Non chiuderti sulla regola, ma apriti alla relazione col Signore. Il cristianesimo non è riducibile alla lotta al peccato, ma è sopratutto relazione viva con Dio.