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In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
(Mt 9,14-17 – Sabato della XIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno dispari)
Medita
La mentalità religiosa è quella che ci spinge a fare cose per Dio. Fare preghiere, novene, digiuni, voti, pellegrinaggi, riunioni, incontri, ecc….Al contrario, la mentalità spirituale, o semplicemente detta “la spiritualità”, ci fa riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita. Non è tanto un fare, ma un godere della presenza di Dio. E se questa presenza “viene meno”, allora occorre impegnarsi a cercarla. Non facendo cose, ma operando con fiducia attesa e lucidità interiore.
Non si tratta di praticare digiuni per “attirare” l’attenzione di Dio, ma semmai si tratta di digiunare per saperlo riconoscere meglio in situazioni buie. La spiritualità da questo punto di vista è differente dalla religiosità. Ecco perchè occorre capovolgere la prospettiva: non tanto dall’io a Dio, ma da Dio all’io.
Vivi
La vita spirituale è mettersi in ascolto della voce di Dio, godere della sua presenza, praticare la sua Parola, cercarlo nella sua assenza…
Tutte le pratiche religiose senza una reale vita spirituale rischiano di essere strumenti di autoaffermazione personale, piuttosto che di relazione autentica col Signore. In tal senso verifica il tuo atteggiamento e chiedi luce al Signore.