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In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
(Lc 6,20-26 – S. Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa, memoria)
Medita
Questo brano del Vangelo di oggi ci lascia molto perplessi…Chi sarebbe felice della povertà, della fame, del pianto, dell’essere odiati e insultati? Nessuno vorrebbe vivere queste condizioni…Eppure il Signore definisce beati coloro che le vivono…Non sarebbe bello essere ricchi, sazi, sorridenti e approvati da tutti? Eppure il Signore ammonisce costoro con i guai…
Perchè questo capovolgimento? Gesù, il cristianesimo e la Chiesa sono forse amanti della sofferenza e del dolore? No…tutt’altro. Quello che dona senso al discorso di Gesù è il motivo. Per chi si è poveri? Per chi si ha fame, si piange o si viene rifiutati? Se il motivo è per Gesù stesso, allora la ricompensa della beatitudine non tarderà. Se, contrariamente, ci si arricchisce, ci si sazia, si è approvati da tutti, e non per Gesù ma per sè stessi, allora i guai sono un serio avvertimento… il punto della questione è: per chi?
Vivi
L’incontro con Gesù ci cambia la vita, ce la capovolge, riconfigura i nostri schemi mentali e rinnova il cuore
Questa parola dura di Gesù ci aiuta a fare un esame di coscienza, per verificare ogni volta per chi viviamo: per Gesù o per noi stessi?