Perché siamo il popolo degli incontentabili?

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In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

(Lc 7,31-35 – SANTI ANDREA KIM TAE-GÔN, PRESBITERO, PAOLO CHÔNG HA-SANG, E COMPAGNI, MARTIRIMemoria)

Medita

Questo brano di Vangelo è attualissimo. Quanto ci lamentiamo? Non ci sta bene niente. Abbiamo alcune cose e ne vorremmo altre, raggiungiamo queste ultime e non ci stanno bene comunque e cerchiamo altro o vorremmo tornare come prima. Questo pessimo stile sta dilagando anche all’interno della fede cristiana. Quante volte vorremmo che le cose dentro la Chiesa siano diverse, eppure anche se lo diventano non ci piacciono comunque e vorremmo tornare indietro o volere altro. Oppure con Dio, chiediamo qualcosa, ce la concede ma vogliamo subito altro. Questo accade quando sfruttiamo male la libertà che ci è stata donata o quando non abbiamo fatto l’incontro con Dio. In tutti e due casi non riusciamo a capire qual è il bene e sceglierlo ma soprattutto non ci fidiamo di Colui che sa cosa è giusto per noi.

Vivi

La soluzione, per non cadere in questa trappola mortale esiste ed è una sola…

tu non sai cos’è giusto per te, fidati di ciò che Dio, insieme a te, vuole realizzare.

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