Leggi
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
(Lc 10,13-16 – Venerdì della XXVI settimana del Tempo Ordinario)
Medita
Oggi Gesù è abbastanza duro con le città di Corazìn e Betsàida, si fa fatica ad accettare un rimprovero così duro e poco misericordioso da parte del Signore. Questo perché dobbiamo analizzare bene il testo, infatti, come capita spesso, la traduzione in italiano non esprime in maniera precisa ciò che il testo originale riporta. Infatti, sarebbe più corretto tradurre il verbo greco οủαὶ (il corrispettivo ebraico è hôi), che è il tipico verbo usato nei lamenti, con ahimè. Ahimè a te, Corazìn e Betsàida. Questa traduzione è più vicina al Gesù che conosciamo, un Gesù che si dispiace e si strugge per il comportamento malsano dell’uomo. Ma non diminuisce la sua portata educativa. Non perché potremmo tradurre ahimè al posto di guai, significa che Gesù, quando c’è da rimproverarci, si astenga dal farlo. Gesù è il volto del Padre ed un buon padre ammonisce il figlio o la figlia che sbaglia, non per distruggerli ma per salvarli, per vivificarli, cioè renderli veramente vivi. Ecco, Gesù non distrugge mai ma vivifica, cioè ci permette di guardare la verità della nostra vita, che è la vita dei figli di Dio.
Vivi
Ci sono periodi della vita dove capita di sentirsi rimproverati da Dio…
non temere, anzi ringrazia e godi di quei momenti, perché chi ti ama veramente sa anche metterti davanti al tuo errore per darti la capacità di affrontarlo e vincerlo.